Nel cuore del centro storico di Lecce, tra le eleganti facciate barocche e le vivaci piazze cittadine, si apre uno degli angoli più suggestivi e inattesi del Salento: l’anfiteatro romano. Una straordinaria testimonianza dell’antico splendore di Lupiae, come veniva chiamata Lecce in epoca romana, che racconta di un tempo in cui la città poteva davvero definirsi una “piccola Roma del Sud”.
Le origini dell’anfiteatro
Costruito tra la fine del I e l’inizio del II secolo d.C., probabilmente durante il regno dell’imperatore Adriano, l’anfiteatro fu il fulcro della vita pubblica della Lecce romana. All’epoca, la città era un importante snodo lungo le vie che collegavano Brundisium (Brindisi) e Hydruntum (Otranto), due porti strategici per i commerci e per le rotte militari verso l’Oriente.
L’anfiteatro poteva ospitare tra 15.000 e 25.000 spettatori, un numero straordinario se rapportato alle dimensioni dell’abitato antico. Ciò testimonia non solo la vitalità di Lupiae, ma anche la sua importanza culturale e politica all’interno della provincia romana dell’Apulia et Calabria.
Struttura e caratteristiche
L’edificio, costruito in pietra leccese e parzialmente scavato nel terreno, seguiva lo schema tipico degli anfiteatri romani: un’arena centrale di forma ellittica, circondata da gradinate disposte su più livelli. Gli ingressi, detti vomitoria, permettevano un rapido afflusso e deflusso del pubblico, mentre le gallerie sotterranee servivano a ospitare animali, attrezzature e gladiatori in attesa di entrare in scena.
Nell’arena si svolgevano giochi gladiatori, cacce e spettacoli pubblici, spesso organizzati in occasione di festività imperiali o eventi religiosi. Queste manifestazioni non erano solo momenti di intrattenimento, ma anche strumenti di propaganda politica, attraverso i quali l’Impero celebrava la propria grandezza e consolidava il legame con i cittadini.
La riscoperta del monumento
Per secoli, l’anfiteatro rimase sepolto sotto strati di terra e costruzioni successive. Solo all’inizio del Novecento, durante i lavori di urbanizzazione della città, riemerse casualmente parte della struttura. Gli scavi, condotti tra il 1901 e il 1938, portarono alla luce circa un terzo dell’edificio originale, quello oggi visibile in Piazza Sant’Oronzo.
Durante le campagne archeologiche furono rinvenuti numerosi reperti: frammenti di statue, capitelli, iscrizioni latine e resti di ceramiche. Uno dei ritrovamenti più suggestivi è un rilievo raffigurante una dea alata (forse Nike), oggi conservato nel Museo Sigismondo Castromediano di Lecce.
L’anfiteatro oggi
Oggi l’anfiteatro romano è uno dei simboli più riconoscibili della città. Il suo contrasto con gli edifici barocchi circostanti – in particolare con il Palazzo del Sedile e la Chiesa di Santa Maria della Grazia – crea un affascinante dialogo tra epoche diverse, che racchiude in pochi metri quadrati oltre duemila anni di storia.
Durante l’estate, il sito ospita eventi culturali, spettacoli teatrali e rievocazioni storiche, che ridanno vita all’antica arena, restituendo al pubblico l’atmosfera vibrante delle giornate romane.
Una piccola Roma del Sud
L’anfiteatro non è solo un monumento archeologico: è la prova tangibile che Lecce, già in epoca imperiale, fu un centro di rilievo politico, economico e culturale. Come Roma, aveva le sue terme, le sue strade lastricate, i suoi templi e il suo teatro.
Camminare tra le gradinate di pietra, oggi levigate dal tempo, significa rivivere la grandezza di una città che, pur lontana dal cuore dell’Impero, ne seppe incarnare lo spirito con orgoglio e magnificenza. Lecce, la “piccola Roma del Sud”, continua così a raccontare la sua storia, sospesa tra mito e realtà, tra passato e presente.
