A Lecce, la Settimana Santa è uno dei momenti più intensi e suggestivi dell’anno, in cui la città si trasforma in un palcoscenico di fede, silenzio e devozione. Dalla Domenica delle Palme alla Pasqua, ogni giorno è scandito da cerimonie, processioni e riti che uniscono spiritualità e tradizione popolare. Le strade del centro storico si riempiono di luci soffuse, profumo d’incenso e canti antichi, offrendo ai fedeli e ai visitatori un’esperienza che tocca il cuore e l’anima.
Le origini e il significato dei riti pasquali
Le celebrazioni della Settimana Santa affondano le radici nei secoli e rappresentano uno dei momenti più sentiti della religiosità leccese. Già nel Seicento, le confraternite religiose organizzavano solenni processioni per commemorare la Passione di Cristo, dando vita a un patrimonio di ritualità che si è conservato fino ai giorni nostri.
Questi riti sono un linguaggio collettivo che mescola arte sacra, musica e simbolismo. Ogni gesto, ogni canto e ogni abito porta con sé il peso della tradizione: è una fede che si manifesta non solo nella preghiera, ma anche attraverso la bellezza e la partecipazione comunitaria.
Il Giovedì Santo e la visita ai “Sepolcri”
Il Giovedì Santo è il giorno dell’intimità e del silenzio. Dopo la celebrazione della Messa in Coena Domini, le chiese di Lecce allestiscono i cosiddetti “Sepolcri”, altari riccamente decorati con fiori, candele e germogli di grano, simboli di rinascita e speranza.
La tradizione vuole che i fedeli visitino un numero dispari di chiese — di solito sette — per pregare davanti ai Sepolcri. Nelle vie del centro, da Santa Croce a San Matteo, da Sant’Irene al Duomo, si snoda un pellegrinaggio silenzioso e raccolto, illuminato solo dalle luci dorate delle chiese barocche.
Il Venerdì Santo: la città in processione
Il momento più solenne arriva il Venerdì Santo, quando Lecce si raccoglie nella processione del Cristo Morto e della Vergine Addolorata. Organizzata dalle antiche confraternite, la processione attraversa le vie del centro storico in un’atmosfera di profondo raccoglimento.
I confratelli, vestiti con il tradizionale abito penitenziale e il cappuccio, portano a spalla le statue del Cristo e della Madonna, accompagnati dal suono cupo dei tamburi e dalle marce funebri delle bande locali. Il corteo si muove lentamente tra due ali di folla silenziosa, mentre i balconi si riempiono di ceri e drappi scuri.
È un momento di intensa emozione: la città intera si ferma, e il tempo sembra sospeso tra il dolore e la speranza della Resurrezione.
Le confraternite: custodi della tradizione
Le confraternite laicali, nate secoli fa per opere di pietà e solidarietà, continuano a essere protagoniste della Settimana Santa leccese. Ogni confraternita ha i propri colori, simboli e statue, tramandati di generazione in generazione.
I confratelli si preparano ai riti con settimane di preghiera e prove, nel segno di una devozione che è insieme personale e comunitaria. Grazie a loro, Lecce conserva un patrimonio di arte sacra mobile, fatto di statue lignee, crocifissi, paramenti e lampioni processionali che rappresentano autentiche opere d’arte.
La Pasqua: la luce dopo la notte
Dopo i giorni di silenzio e dolore, la città esplode di gioia con la Veglia Pasquale e le celebrazioni della Domenica di Pasqua. Le campane tornano a suonare, le chiese si riempiono di fiori e canti, e il suono delle bande accompagna la processione della Resurrezione.
Le famiglie leccesi festeggiano con piatti della tradizione — come l’agnello al forno e la puddhrica, il dolce pasquale intrecciato con l’uovo sodo — in un clima di rinnovata speranza e convivialità.
Un patrimonio di fede e identità
I riti della Settimana Santa a Lecce sono molto più di un evento religioso: sono una manifestazione viva dell’identità salentina. In essi si ritrovano la sensibilità artistica della città, la forza della devozione popolare e il valore della memoria collettiva.
Partecipare a queste celebrazioni significa entrare in contatto con l’anima più autentica di Lecce, dove ogni passo, ogni nota e ogni luce raccontano il mistero della fede e la bellezza della tradizione. In quei giorni, Lecce non è solo una città barocca: è un luogo di silenzio, emozione e spiritualità condivisa.
