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La Notte della Taranta: il festival che celebra la pizzica e le radici del Salento

Ogni estate, nel cuore del Salento, si rinnova un rito collettivo che unisce musica, danza e identità: La Notte della Taranta. Nato alla fine degli anni ’90, questo festival è diventato uno degli eventi culturali più importanti d’Italia, attirando centinaia di migliaia di persone da tutto il mondo. Al centro di tutto c’è la pizzica, la danza popolare che affonda le radici nella storia più antica e misteriosa del territorio. Ma La Notte della Taranta non è solo un concerto: è una celebrazione delle radici, una rinascita culturale che ha restituito al Salento la sua voce più autentica.

Le origini del festival

La Notte della Taranta nacque nel 1998 come iniziativa culturale diffusa nei comuni della Grecìa Salentina, un’area dove ancora si parla il griko, lingua di origine greca. L’obiettivo era semplice ma ambizioso: recuperare e valorizzare la musica tradizionale salentina, in particolare la pizzica, e reinterpretarla in chiave moderna.

Nel corso degli anni, il festival è cresciuto fino a diventare un appuntamento di respiro internazionale. Il concertone finale di Melpignano, che conclude ogni edizione, è ormai un evento simbolo del Sud Italia: un’esplosione di suoni, colori e movimento che celebra l’incontro tra tradizione e innovazione.

Ogni anno un maestro concertatore – spesso un musicista di fama mondiale – rielabora i brani del repertorio popolare salentino, creando un dialogo tra strumenti antichi e moderni, tra pizzica e sonorità globali.

La pizzica: il cuore pulsante del Salento

La protagonista indiscussa del festival è la pizzica, danza antica e travolgente che affonda le sue origini nel fenomeno del tarantismo. Secondo la tradizione, la pizzica era la musica che accompagnava il rito di guarigione delle donne “tarantate”, punte dal mitico ragno tarantola. Al ritmo frenetico del tamburello, la vittima entrava in trance e, attraverso la danza, liberava la propria energia, trovando sollievo e rinascita.

Oggi la pizzica è diventata simbolo di identità culturale e orgoglio salentino. Non è più solo una danza terapeutica, ma una forma d’arte che racconta l’anima di un popolo. I suonatori di tamburello, violino, organetto e chitarra si alternano sul palco, mentre i ballerini intrecciano i loro passi in una danza che unisce passione e libertà.

Il concertone di Melpignano

Il culmine del festival è il concertone finale, che ogni anno raduna oltre centomila persone nella piazza principale di Melpignano. L’atmosfera è elettrica: migliaia di tamburelli si mescolano alle luci del palco e alle voci del pubblico in un crescendo di ritmo e emozione.

Sul palco si alternano artisti locali e ospiti internazionali, dai maestri della tradizione come l’Orchestra Popolare La Notte della Taranta a grandi nomi della musica contemporanea. Negli anni si sono esibiti artisti come Stewart Copeland, Ludovico Einaudi, Carmen Consoli e Mahmood, dimostrando come la pizzica possa dialogare con i linguaggi musicali più diversi.

Il concertone è più di uno spettacolo: è un rito collettivo, una festa della comunità che abbatte le barriere tra generazioni, lingue e culture.

La rinascita del Salento attraverso la musica

La Notte della Taranta ha avuto un ruolo fondamentale nella riscoperta dell’identità salentina. Grazie a questo festival, la pizzica e la cultura popolare sono tornate protagoniste, contribuendo a rilanciare il turismo e a creare una nuova consapevolezza culturale.

Oggi la Taranta non è solo un evento estivo, ma un simbolo di appartenenza: una danza che unisce passato e presente, fede e libertà, tradizione e futuro.

Partecipare alla Notte della Taranta significa immergersi in un’esperienza sensoriale e spirituale al tempo stesso, dove il ritmo del tamburello diventa battito del cuore collettivo del Salento. E quando, a notte fonda, il cielo di Melpignano si riempie di luci e musica, è come se tutto il Sud ballasse insieme, in un abbraccio che supera il tempo e la distanza.

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