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Lecce sotterranea: alla scoperta delle antiche gallerie e dei segreti nascosti

Nel cuore del Centro Storico, oltre le facciate barocche e le pietre dorate che rendono celebre la città, si apre un mondo nascosto: la sotterranea Lecce invita a un viaggio tra cunicoli, grotte, cantine e passaggi antichi che parlano di secoli di storia e stratificazioni. Scoprire queste “vie sotto la città” significa scalfire la superficie per entrare nella parte più segreta e affascinante del capoluogo salentino.

Le origini e gli “scavi del sottosuolo”

La conformazione geologica della città ha favorito la generazione di molti ambienti ipogei: la cosiddetta pietra leccese — un tufo tenero estratto nei secoli — ha permesso e facilitato lo scavo di ambienti sotto terra utilizzati come granai, frantoi, ninfei o semplicemente cavità di estrazione.

Negli anni ’90 è partito un progetto denominato “Lecce Sotterranea”, promosso dal Comune, dall’Università del Salento e dalla Soprintendenza Archeologia Belle Arti e Paesaggio per le province di Brindisi e Lecce, che ha portato alla luce un complesso sistema insediativo sotterraneo e ha stimolato la scoperta di ambienti dimenticati.

Tra i ritrovamenti più significativi figura l’Ipogeo Palmieri, una tomba messapica del III secolo a.C., che mostra stanze scavate nella pietra con fregi figurativi e pitture.

Luoghi da non perdere

Tra i numerosi siti sotterranei, vale la pena segnalare alcuni tra i più suggestivi:

Le gallerie del Castello Carlo V: nel cortile della fortezza cinquecentesca sono state individuate antiche prigioni con mura graffite, cunicoli, camminamenti di ronda e ambienti ipogei che venivano usati in epoche passate come percorsi strategici o carcerari.
Mondo in Tasca

Il sotterraneo della comunità ebraica: in alcuni punti della città si conservano resti del quartiere ebraico e della sinagoga sotterranea, a testimonianza di una presenza ebraica medievale che ha lasciato tracce anche nei livelli sotto la superficie della città.

Cantine e ambienti estrattivi: passeggiando per vicoli e corti del centro si può individuare il segno dell’estrazione della pietra e della creazione di ambienti di servizio sotto il livello stradale: granai, silos, frantoi sfruttavano la freschezza del sottosuolo e la facilità di scavo della pietra locale.

Perché visitare la Lecce sotterranea

Visitare questi spazi significa andare oltre l’immagine più nota della città — quella barocca — per esplorarne le radici, la stratificazione e la funzione “nascosta”. È un’esperienza che permette di afferrare:

la continuità storica: dal mondo messapico, romano, medievale fino alle dominazioni più recenti, molte tracce si sovrappongono anche sotto terra.

la morforologia urbana: capire come la città si è evoluta e adattata sopra, e come il sottosuolo sia stato utilizzato in modo creativo e funzionale.

l’elemento scenografico e suggestivo: luci soffuse, ambienti scavati, pareti graffite, tracce di vite passate rendono queste visite cariche di atmosfera.

Qualche consiglio pratico

Prenotate un tour guidato: diversi operatori propongono visite che includono ambienti sotterranei nel centro di Lecce, in particolare partendo dalla zona del centro storico.

Indossate scarpe comode: alcuni ambienti possono avere luci soffuse o pavimentazioni irregolari, ed è bene prestare attenzione.

Chiedete se il percorso include ambienti profondi o non accessibili a tutti: alcune zone potrebbero richiedere una discreta mobilità o avere passaggi stretti.

Approfittate della visita per osservare la pietra leccese e riflettere su come il sottosuolo e il sopra-strato della città siano collegati: le cave, i silos, i magazzini testimoniano un utilizzo complesso dello spazio urbano.

In conclusione

La «Lecce sotterranea» non è solo un richiamo turistico, ma un vero e proprio layer storico, un mondo parallelo alla città di superficie che racconta epoche dimenticate, funzionamenti urbani alternativi e strategie di adattamento al territorio. Scenderci significa vivere la città da una prospettiva unica, più intima e profonda, e riscoprire che sotto ogni pietra dorata del centro storico c’è un intero capitolo della memoria urbano-salentina.

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